Non è un caso se il nostro viaggio si conclude in Italia con un progetto per l’integrazione sul territorio delle donne immigrate da paesi nordafricani di cultura islamica.
Nei giorni in cui si erigono muri e reticolati, italiani ed europei sembrano avere dimenticato di essere stati immigranti, noi continuiamo a costruire ponti.
Iniziato nel 2000, il Progetto “Torino la mia città” svolge da sedici anni un’importante azione sul territorio cittadino per facilitare l’integrazione delle donne immigrate attraverso corsi di lingua italiana e percorsi di educazione alla cittadinanza con la possibilità di portare i bambini con sé.
Obiettivo è far compiere alle donne che si iscrivono ai nostri corsi i primi passi di un processo di adattamento e di integrazione nella società italiana che, pur nel rispetto della cultura di origine, riesca ad infrangere i muri di paura e diffidenza che molto spesso sono il più serio impedimento ad un percorso di inserimento.
Nel corso degli anni hanno partecipato ai corsi più di 1900 donne e 800 bambini, con una ricaduta sulle famiglie quantificabile in 6000/7000 persone.
Il gruppo di lavoro guidato dalla nostra Maria Adele Roggero, è formato da più di trenta volontarie, baby sitter, mediatrici, insegnanti di Italiano come lingua seconda, che si dedicano con passione e entusiasmo al delicato compito di traghettare queste donne nel nostro mondo facendo loro apprezzare ciò che di buono può offrire per far crescere la loro famiglia avendo cura di rispettare la loro cultura di appartenenza che non si può dimenticare e rifiutare senza correre il rischio di un pericoloso sradicamento. Si creano così rapporti di autentica amicizia, di reciproca solidarietà e di grande gratitudine.
Le baby sitter e le mediatrici sono state negli anni passati delle allieve. Tutte si sono aperte alla conoscenza della città e dei suoi servizi, delle religioni e delle culture presenti in città, all’aiuto reciproco, nella certezza di diventare cittadine attive e consapevoli dei loro doveri e dei loro diritti.
Da anni sosteniamo e crediamo nell’utilità di questo progetto oggi ancora più indispensabile ed essenziale.