La guest house della parrocchia di Kinira (a circa due ore di viaggio dalla capitale) dove io e la mia collega Alice siamo state ospitate è molto accogliente. Acqua corrente e luce elettrica non sono sempre disponibili ma questo fa parte della vita africana. Adiacenti alla guest house ci sono la chiesa cattolica, gli spazi per i laboratori del sabato, il forno per il pane e una grande sala per le feste aperta a cerimonie di vario tipo anche di altre confessioni.
Tutto intorno a pochi passi ci sono le aule della scuola del villaggio che accolgono circa 1.500 bambini e ragazzi. Dopo le presentazioni ufficiali con gli insegnanti abbiamo fatto un giro delle classi e cantato “O Bella Ciao” con i bimbi delle elementari. Che emozione! Che sorrisi! Quante manine! La scuola materna ha 150 bimbi tra i 3 e i 5 anni con solo due maestre dotate di poteri magici che in pochi minuti li hanno messi tutti in cerchio ubbidientissimi ed educatissimi. E a fine giornata non si torna a casa se le classi e gli spazi comuni non sono tutti ripuliti dagli stessi fruitori che si destreggiano con stracci e ramazze fatte di foglie di banano intrecciate, le stesse foglie che i ragazzini usano per costruirsi i palloni da calcio.
Su nostra richiesta per cena Patrice ha invitato Esperanza la Direttrice dell’Ospedale di Kinira alla quale abbiamo potuto consegnare una serie di medicinali che ci eravamo fatti suggerire dal Dr. Marco Albonico. Viene dal Congo ha studiato in Francia e vive da sola in una bella casa poco fuori dal Paese. Ha due figli poco più che adolescenti che vivono a Parigi dove lei trascorre alcuni mesi all’anno. E’ una donna incredibile. Ci è molto piaciuta e penso che potrebbe essere un buon riferimento anche per Come Noi se la si volesse / potesse coinvolgere. Sarebbe una buona spalla per Don Patrice per dare continuità e garantire la rendicontazione di tutti i progetti che ha messo in piedi.